Collaborazione tra popolazione e Protezione Civile, la ricetta per una vita più sicura.


Noi ragazzi della III A del liceo V. Linares di Licata, come progetto di alternanza scuola lavoro stiamo monitorando, in collaborazione con la piattaforma AScuoladiOpenCoesione, il centro polifunzionale per la gestione di emergenze di Protezione Civile di via Panepinto a Licata. Intervistando l’ex-capo della Protezione Civile Angelo Cambiano, abbiamo toccato con mano il prezioso lavoro che gli operatori di protezione civile svolgono ogni giorno a favore delle comunità e dei cittadini. Abbiamo, inoltre, potuto constatare che il piano d’intervento di Protezione Civile della città di Licata era ed è all’avanguardia e che costituisce un esempio per l’intera provincia. Accanto a questo, abbiamo rilevato con soddisfazione che l'edificio del centro polifunzionale è stato realizzato secondo progetto in tempi molto brevi, considerando la lentezza della burocrazia italiana. Nel corso dell'intervista a Cambiano, è emerso anche un punto che esula dal progetto monitorato, che tuttavia ha una grandissima importanza e non può essere trascurato, bensì posto in risalto: è fondamentale, per garantire oltre che migliorare la prevenzione e la capacità di fronteggiare i rischi, la perfetta simbiosi tra popolazione e Protezione Civile. Oggi, purtroppo, questa è quasi del tutto assente. La disinformazione è un morbo molto pericoloso e diffuso, pur essendo non troppo difficilmente estirpabile. Nel concreto, secondo Angelo Cambiano “la pubblica amministrazione dovrebbe creare una struttura come ufficio di protezione civile che si occupi solo ed esclusivamente di questa materia, che è importantissima, e che svolga un lavoro duraturo anche di dialogo con la popolazione". Noi tutti, insomma, non dobbiamo solo essere pronti ad intervenire, ma assumere anche comportamenti responsabili che possano, in alcuni casi, prevenire il rischio stesso. In questo modo, ad esempio, si può evitare il panico in una situazione di emergenza e anzi dare una mano per fronteggiarla. Si chiede osservanza delle regole ma anche buon senso: in Italia manca la consapevolezza che la res publica (intesa anche come lo stesso spazio cittadino) è per l’appunto di tutti e va preservata, garantendo così, allo stesso tempo, la nostra sicurezza. L’antico broccardo latinohoneste vivere, alterum non laedere, suum cuique tribuere (ossia vivere onestamente, non recare danno ad altri, attribuire a ciascuno il suo) deve diventare un nostro motto. Dovremmo vedere lo stato come un organismo, il quale funziona bene solo se ogni parte fa ciò che può e deve fare. Non dovremmo essere meri osservatori passivi, ma capire l’importanza che assumono anche i piccoli gesti quotidiani. Oggi più che mai abbiamo capito quanto sia importante osservare regole e norme. Sicuramente la paura di un rischio certo gioca un ruolo importante, però dobbiamo capire che, se non davanti, questo si può trovare dietro l’angolo. Sta a noi prevederlo, poiché non sempre i nostri angeli custodi in gilet giallo possono aiutarci. Grazie a questa pandemia, in cui abbiamo visto le conseguenze del virus sull’economia e sulla vita delle persone, abbiamo capito quanto sia importante la solidarietà, siamo diventati più sensibili. Possiamo quindi comprendere quanto sia fondamentale, in momenti di emergenza come questi e non solo, fare il possibile per rendere il luogo dove viviamo un posto migliore e, di conseguenza, più sicuro.


Link dei video completi dell'interviste:

Struttura di via Panepinto

Chi è la Protezione Civile?

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